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-da Gesù a Santa Metilde -

raccolte ne : "IL LIBRO DELLA GRAZIA SPECIALE"

GIOIA DEL SIGNORE NELLA CONVERSIONE DEL PECCATORE 

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Pregando per una persona, Metilde ricevette questa risposta: "Io la seguo senza posa, e quando ritorna a me con la penitenza, il desiderio o l'amore, ne provo un indicibile gaudio. Per un debitore non v'è maggior piacere che ricevere un dono abbastanza ricco onde soddisfare tutti i suoi debiti. Orbene, io mi sono costituito, per così dire, debitore verso il Padre mio, impegnandomi a soddisfare per le colpe del genere umano; perciò nulla per me è più gradevole e desiderabile come di vedere l'uomo ritornare a me per mezzo della penitenza e dell'amore".

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Pregando per una persona afflitta ma mal disposta, Metilde sentì in pari tempo in sè medesima un movimento di indignazione, perchè spesso a quella aveva fatto salutari rimostranze senza ottenere nessun ravvedimento. Ma il Signore, le disse: "Orsù, partecipa al mio dolore e prega per i miserabili peccatori. lo li comperai con un gran prezzo, perciò con immenso ardore desidero la loro conversione".

Una volta, stando in preghiera, Metilde vide il Signore coperto d'una veste tutta insanguinata, ed Egli le disse: "In quella guisa che la mia Umanità coperta di sanguinose piaghe, amorosamente si presentò a Dio Padre come una vittima su l'altare della Croce; così nel medesimo sentimento di amore offro me stesso al Padre celeste per i peccatori, e gli rappresento tutti i supplizi della mia Passione: Ciò che desidero di più, è che il peccatore con una sincera penitenza si converta e viva".

 

DELLA RECITA DI 460 PATER

Una volta, mentre Metilde offriva a Dio quattrocentosessanta Pater recitate dalla Comunità in onore delle Santissime Piaghe di Gesù Cristo, il Signore le comparve con le mani distese e tutte le piaghe aperte, e disse: "Quando ero sospeso su la Croce, ciascuna delle mie piaghe era una voce che presso Dio Padre intercedeva per la salvezza degli uomini. Adesso ancora il grido delle mie piaghe sale verso di Lui onde placare la sua collera contro il peccatore. Io te l'assicuro, mai nessun mendicante ricevette l'elemosina con gioia simile a quella che provo io, quando ricevo una preghiera in onore delle mie piaghe. Ti assicuro inoltre che nessuno dirà con attenzione e devozione quella preghiera che mi hai offerta, senza mettersi in istato di salvezza".

Metilde riprese: "Mio Signore, quale intenzione bisogna avere nel recitare quella preghiera?"
Egli rispose: "Bisogna pronunciare le parole non solamente con le labbra, ma con l'attenzione del cuore; e almeno dopo ogni cinque Pater, offrirmela dicendo: Signor Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente, accogliete questa preghiera con quell'estremo amore per cui avete sopportato tutte le piaghe del vostro sacratissimo corpo: abbiate pietà di me, dei peccatori e di tutti i fedeli vivi e defunti! Amen.
"Domine Jesu Christe, Fili Dei vivi, suscipe hanc orationem in amore illa superexcellenti, in quo omnia vulnera tui nob ilissimi corporis sustinuisti, et miserere mei et omnium peccatorum, cunctorumque fidelium tam vivorum quam defunctorum".

Il Signore disse ancora: "Il peccatore, finchè rimane nel suo peccato, mi tiene inchiodato sulla Croce; ma quando fa penitenza, subito mi dà la libertà. Ed io, così staccato dalla Croce, mi getto sopra di lui con la mia grazia e la mia misericordia, come caddi nelle braccia di Giuseppe quando mi tolse dal patibolo, dimodochè¨ potrà fare di me tutto ciò che vorrà. Ma se il peccatore persevererà sino alla morte nel suo peccato, cadrà in potere della mia giustizia, e da questa sarà giudicato secondo il suo merito".

LIBERAZIONE DEI PRIGIONIERI E DEI PECCATORI

Il Signore le disse ancora: "Chi vorrà pregarmi con profitto per gli infelici che sono prigionieri nel loro corpo o schiavi dei loro peccati, potrà farlo in questo modo:

1° - per l'amore, il quale per nove mesi mi ritenne prigioniero nel seno della Vergine;
2° - per l'amore il quale m'indusse a coprirmi di fasce e di bende;
3° - per l'amore che mi consegnò legato nelle mani degli empi;
4° - per le catene di cui mi caricarono i Giudei per consegnarmi al giudice;
5° - per i vincoli che mi attaccarono alla colonna della flagellazione;
6° - per i chiodi che mi fissarono su la Croce;
7° - per il sudario che mi avvolse dopo la morte perchè fossi messo nel sepolcro.

"Per l'amore che in tutte quelle diverse circostanze mi incatenò, si può domandarmi ch'io liberi tale o tale uomo dalle catene o dai peccati".

IL SIGNORE CONCEDE A METILDE CENTO PECCATORI

Sentendo leggere nel Vangelo: Il Figlio dell'uomo verrà con grande potenza e maestà (Luc. XXI, 12), Metilde tutta inondata di gioia spirituale, disse al Signore: "Oh sì!, Bene venias! Siate il benvenuto! -
Il Signore ripigliò: "Sillaba le parole che hai dette: la parola Bene, ti ricorderà ch'io sono il Bene dal quale procede e sempre procederà ogni bene. La parola Venias, che tu venga, ti farà pensare a quella divina carità con cui vengo nell'anima, tutto inebriato dal puro vino dell'amore".
La Santa pregò allora il Signore di convertire tutti quelli che erano in istato di peccato, ed Egli replicò: "Ebbene, in risposta alla tua domanda, convertirò cento peccatori".

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Un giorno, Metilde, mentre soffriva violenti dolori di capo, al momento dell'oblazione dell'Ostia nella messa solenne, insieme con l'Ostia santa offrì al Signore i suoi dolori in lode eterna. Le apparve subito il Signore, tenendo nelle sue mani un cerchio di legno arido, intorno al quale sembrava disponesse bellissime rose a forma di ghirlanda. Mentre nella sua ammirazione la santa pensava, cosa ciò potesse significare, il Signore le disse: "Da questo simbolo devi intendere che non v'è peccatore che abbia il cuore tanto arido per la ruggine del vizio, che non possa d'un tratto rinverdire se viene colpito da qualche malattia; purchè la sopporti con intenzione di soffrire anche di più per amor mio e per la mia gloria, diventerà capace di ricevere grazia e misericordia.
Ti dico pure che non v'è peccatore così colpevole ch'io non gli rimetta tutti i peccati, quando sinceramente se ne penta, e verso il quale io non sia disposto ad inclinare il mio divin Cuore con tanta clemenza e dolcezza  come se non avesse mai peccato".

L'anima replicò: "Se è così, o dolcissimo mio Dio, perchè l'uomo miserabile non lo sente?"

- "Perchè, rispose il Signore, non ha ancora superato la sua inclinazione al male". Se il peccatore dopo che si è pentito resistesse vigorosamente ai suoi vizi in modo da estirpare incontanente dall'anima sua il gusto e la dilettazione del peccato, senza alcun dubbio sentirebbe la soavià del divino Spirito".

O abisso veramente inscrutabile di sapienza e di misericordia! Dolcissimo mio Dio, quanti sforzi voi fate per attirare a Voi il cuore del peccatore per vie tutte ammirabili! Non volete che si disperi, poiché la vostra clemenza lo insegue con inviti così paterni!»

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FONTE ESATTA:

"IL LIBRO DELLA GRAZIA SPECIALE".

RIVELAZIONI DI SANTA METILDE.
VERGINE DELL'ORDINE DI S. BENEDETTO
CON PREFAZIONE DI S. E. IL CARD. SCHUSTER, ARCIVESCOVO DI MILANO

Nihil Obstat quominus imprimatur.

Can. Joseph Pecora, Gen. Eccl. Mediolani, die 13 - 9 - 1938.

IMPRIMATUR
in Curia Arch. Mediolani, die 13 - 9 - 1938.

+ P. CASTIGLIONI Vic. Gen.

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