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Sono Dannata

Clara e Annetta, giovanissime, lavoravano in una Ditta commerciale a *** (Germania).

Non erano legate da profonda amicizia, ma da semplice cortesia. Lavoravano ogni giorno l'una accanto all'altra e non poteva mancare uno scambio di idee. Clara si dichiarava apertamente religiosa e sentiva il dovere d'istruire e richiamare Annetta, quando questa si dimostrava leggera e superficiale in fatto di religione. Trascorsero qualche tempo assieme; poi Annetta contrasse matrimonio e si allontanò dalla Ditta. Nell'autunno di quell'anno, Clara trascorreva le vacanze in riva al lago di Garda. Verso la metà di settembre la mamma le mandò dal paese natio una lettera: «E’ morta Annetta E’ rimasta vittima di un incidente automobilistico. L' hanno sepolta ieri nel "Waldfriedhof'».

La notizia spaventò la buona signorina, sapendo che l'amica non era stata tanto religiosa. - Era preparata a presentarsi davanti a Dio? ... Morendo all'improvviso, come si sarà trovata?... -

L'indomani ascoltò la S. Messa e fece anche la Comunione in suo suffragio, pregando fervorosamente.

La notte, dieci minuti dopo la mezzanotte, ebbe luogo la visione...

"Clara, non pregare per me! Sono dannata! Se te lo comunico e te ne riferisco piuttosto lungamente. Non credere che ciò avvenga a titolo d'amicizia. Noi qui non amiamo più nessuno. Lo faccio come costretta. Lo faccio come "parte di quella potenza che sempre vuole il male e opera il bene". In verità vorrei vedere anche te approdare a questo stato, dove io ormai ho gettato l'ancora per sempre. Non stizzirti di questa intenzione. Qui, noi pensiamo tutti cosi. La nostra volontà è impietrita nel male in ciò che voi appunto chiamate "male" -.

Anche quando noi facciamo qualche cosa di "bene", come io ora spalancandoti gli occhi sull'Inferno, questo non avviene con buona intenzione. Ti ricordi ancora che quattro anni fa ci siamo conosciute a ****

Contavi allora 23 anni e ti trovavi colà già da mezz'anno quando ci arrivai io. Tu mi hai levata da qualche impiccio; come a principiante, mi hai dato dei buoni indirizzi. Ma che vuol dire "buono"? Io lodavo il tuo "amore del prossimo". Ridicolo! Il tuo soccorso derivava da pura civetteria, come, del resto, io sospettavo già fin d'allora. Noi non conosciamo qui nulla di buono. In nessuno. Il tempo della mia giovinezza lo conosci. Certe lacune le riempio qui.


Devozioni - 2020